Finori bocciato dal giudice: “Non si possono pagare debiti già saldati”

Depositata la sentenza del tribunale di Ascoli: accolto il ricorso Gst, sospesa l’esecuzione del decreto ingiuntivo

TERAMO – Il giudice del tribunale di Ascoli Piceno ha accolto il ricorso presentato dalla Gran Sasso Teramano contro l’esecutività immediata dell’ingiunzione con cui la ditta Marco Finori chiedeva il pagamento di somme arretrate relative al rapporto di gestione da lui detenuto fino a qualche settimana fa. Somme arretrate che la Gst da tempo sostiene di aver pagato all’ex gestore.

Sospendendo la provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo, il giudice ascolano nel motivare la sua decisione, sottolinea anche alcuni particolari che saranno discussi nell’udienza di merito del prossimo mese di febbraio: intanto che alcune delle somme fanno parte di un accordo transattivo già concluso tra le parti e che di ulteriori fatture richieste da Finori non esiste prova dell’effettivo debito da parte della Gst.

Sembrerebbe dunque avvalorata la tesi con cui la Gran Sasso Teramano si era opposta al decreto ingiuntivo richiesto e concesso in un primo tempo dal giudice: le somme che Finori richiede a saldo delle fatture sarebbero state, in sintesi, già pagate. La decisione del tribunale ascolano sembra confermare una tendenza poco fortunata per l’imprenditore marchigiano, finora uscito sempre soccombente nei contenziosi avviati contro la Gran Sasso Teramo, leggasi il ricorso al Tar e il successivo appello al Consiglio di Stato, al quale aveva fatto ricorso per l’annullamento della revoca dell’aggiudicazione della gara per l’acquisto degli impianti.

Sempre a onor di cronaca, va ricordato che Finori non ha ancora riconsegnato la seggio-cabinovia, mentre ha presentato richiesta di sequestro di tutti beni della Gst. Lamenta inoltre la mancata consegna dei verbali di restituzione degli altri due impianti (Quadriposto e Pilone di mezzo): verbali che però lui si è rifiutato di firmare e dunque averli non ha alcun significato.

Intanto, però, nel mentre si combatte questa cervellotica ‘battaglia’ a suon di ricorsi giudiziali, ai Prati di Tivo gli impianti sono chiusi e la stagione invernale per l’ennesima volta sarà soltanto un ricordo.